SAVINIO, CLIO E L'ABRUZZO. Un memoriale di viaggio colto e acuto, quello di Andrea De Chirico, in arte Alberto Savinio, in terra d'Abruzzi.
Condotto, privilegiando la storia rispetto alla confessione, alla vigilia dello scoppio del secondo conflitto mondiale, quando i paesi visitati e descritti: "dall'aspetto nidiale", verranno presto sconvolti da un ciclone che stazionera' a lungo tra la costa e i monti d'Abruzzo.
Risultano quindi preziose le testimonianze rese sull'architettura dello studio perduto, che prediligeva la forma del cerchio, del pittore negromante F.P.Michetti a Francavilla e sull'arredo originale saccheggiato della casa natale di Gabriele d'Annunzio a Pescara.
Autore amato ma non adottato, sebbene nella descrizione della vecchissima nonna di Guardiagrele echeggi, crudo, lo stile notturno del poeta pescarese. E poi, Sulmona, con i suoi geni: Ovidio e Celestino, in un' inedita collaborazione tra paganesimo e cristianità. Il fantasma bronzeo del Nasone introduce alla frontiera laziale, tra Cerveteri e Tarquinia, e al confronto con la morte.
Noi, prudenti, ci arrestiamo prima, emendando il narratore da alcune frasi assertive, inerenti la natura delle rondini e il valore dei dialetti. Afferma di prediligere gli angoli, il pittore Savinio. Chissà se un'indagine accurata sulla sua grafia porti conferma a tale asserzione?
Pescara, 24 agosto 2022. Maurizio Biondi - Presidente A.G.A.F.