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Il tremore naturale e artificioso

Scritti al tempo del confino.
Abbiamo seguito il suggerimento di Papa Francesco: "Non sprecate questi giorni difficili".

Il tremore naturale e artificioso

di Alessandra Scorcia - Consigliere A.G.A.F.



DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE

Con il presente articolo ci si propone di compendiare gli aspetti essenziali ed imprescindibili del tremore, uno dei temi cardine in grafologia, soprattutto per le implicazioni in perizia.

Lo studio del tremore ha origini antiche. Infatti già nel I secolo d.C. Galeno distinse varie forme di tremore; nel secolo scorso James Parkinson, nel suo saggio “Sulla paralisi agitante” (1817), ha identificato il tremor coactus come uno dei segni identificanti il morbo di cui è eponimo.

Il tremore può essere definito come un movimento ripetitivo, stereotipato, regolare o irregolare, con carattere oscillatorio, che interessa i piccoli muscoli; è rilevabile nei muscoli delle dita, delle mani, del volto, ed è determinato da una serie di contrazioni alternate di muscoli antagonisti1. Charcot ha descritto e registrato graficamente l’andamento ritmico del tremore, introducendo una classificazione secondo la quale il tremore a “oscillazioni lente”, anche detto “lento” o “grossolano”, ha una frequenza di 4-5 oscillazioni al secondo; mentre quello “vibrante”, “rapido” o “fine”, ne presenta 8-9 al secondo2.

Essendo un movimento distale, il tremore è evidenziabile nella scrittura in cui le oscillazioni grafiche hanno una loro peculiarità a seconda della struttura cerebrale patologicamente interessata e responsabile nella trasmissione del movimento scrittorio. Tuttavia il termine esprime un sintomo medico, non un’alterazione del tratto grafico che dovrebbe essere indicato col termine “grafosmia” (dal gr. gràphos seismòs) in relazione alle vibrazioni, scosse, urti che il mezzo scrittorio subisce nella conduzione del percorso grafico. Per il grafologo francese Crepieux Jamin una scrittura è tremante quando vi si riscontrano scatti nel tratto, dovuti a piccoli movimenti della mano3. Locard distingue i tremori in: tremore senile, tremore della paralisi agitante, tremore della sclerosi a placche, tremori tossici, tremori diversi (nervoso, sintomatici)4; anche D’Alessandro propone la medesima classificazione5. I tremori si dividono in:

1. Primari

  • a. Tremore essenziale
    • a.i. Familiare
    • a.ii. Senile
    • a.iii. Sporadico
  • b. Tremore cerebellare (intenzionale) associato con malattie degenerative
    • b.i. Atrofia olivo-ponto-cerebellare
    • b.ii. Eredo-tassie spino-cerebellari
  • c. Tremore Parkinsoniano
    • c.i. Tremore a riposo del Morbo di Parkinson
    • c.ii. Tremore posturale del Morbo di Parkinson
  • d. Tremore associato a malattie degenerative
    • d.i. Degenerazione epato-lenticolare (Morbo di Wilson)
    • d.ii. Eredo-tassie spino-cerebellari
    • d.iii. Distonia musculorum deformans
    • d.iv. Malattia di Charcot-Marie-Tooth
    • d.v. Malattia di Dejerine-Sottas

2. Secondari

  • a. Disordini metabolici
    • a.i. Epatico
    • a.ii. Uremico
    • a.iii. Ipertiroidismo
    • a.iv. Tossico
  • b. Intossicazioni
    • b.i. Litio
    • b.ii. Metalli pesanti
    • b.iii. Alcool
    • b.iv. Agonisti Beta-adrenergici

Gli indici che caratterizzano il tremore in scrittura sono:

  • 1. direzione
  • 2. frequenza
  • 3. intensità del ritmo


IL TREMORE AUTENTICO

Una delle cause maggiormente nota del tremore è il morbo di Parkinson, una malattia neurodegenerativa del Sistema Nervoso Centrale, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio. La malattia fa parte di un gruppo di patologie definite "Disordini del Movimento", e tra queste è la più frequente.

Nel valutarne le incidenze grafologiche, la scrittura si presenta rigida, dato l’aumento del tono muscolare; e difficoltosa, poiché i movimenti volontari sono compiuti con lentezza e senza coordinazione. Inoltre tende alla micrografia, ossia alla progressiva diminuzione della grandezza delle lettere man mano che il soggetto scrive, data dalla ipocinesia, fenomeno evidente negli stati avanzati della malattia. Pertanto la grafia appare striminzita e raggrinzita. Altro aspetto peculiare è il tremore, le cui oscillazioni sono orizzontali, quindi i tratti discendenti mostrano una ondulazione che, nelle fasi più avanzate, diventa segmentata6. Nella metà dei pazienti è presente una demenza di grado lieve, che in alcuni casi può aggravarsi sensibilmente; la depressione è molto più frequente, quindi la scrittura è rivelatrice di questi sintomi. La grafia del parkinsoniano procede a piccoli movimenti, necessità questa che si riflette anche nell’andatura.

Sono proposte qui di seguito delle esemplificazioni grafologiche al fine di mostrare concretamente le peculiarità grafiche compendiate dagli studiosi.

La paziente A. L. (77 anni, diploma magistrale) è affetta da sette anni da tale patologia. Oltre al tremore “a riposo” e posturale, è affetta da ansia, bradicinesia, disturbi comportamentali durante il sonno REM; assume levodopa. La grafia presenta tremore evidente, specie nella prima parte dello scritto; il tratto è pesante, subisce urti improvvisi. L’immagine è ridotta.

Il tremore naturale e artificioso

Altro esempio di micrografia si riscontra nella grafia di C. G. (46 anni, grado di scolarizzazione: terzo anno elementare). Il soggetto riferisce che due anni fa ha cominciato ad avvertire tremore al lato destro, bradicinesia, instabilità posturale, insonnia. L’attuale cura farmacologica prevede rasagilina e ropinirolo, come trattamento iniziale della malattia. Nella grafia il calibro decresce progressivamente, il ritmo è considerevolmente lento, c’è instabilità pressoria.

Il tremore naturale e artificioso

IL TREMORE ARTIFICIOSO

La grafologia peritale analizza e distingue il tremore autentico, di cui sopra sono stati forniti esempi comprovati da diagnosi, da quello simulato. Quest’ultimo può essere individuato cogliendo le disuguaglianze del movimento nell’alternanza di tratti tonici a tremolanti, osservando le immagini a forte ingrandimento. Inoltre il falsario riproduce il tremore maggiormente all’inizio che alla fine delle parole, contrariamente al tremore patologico che aumenta progressivamente. Infatti il tremore artificioso non è coerente, si può notare nei tratti dove è richiesto maggiore impegno, come nei tratti ascendenti, trasversi e nei collegamenti, mentre i tratti discendenti sono di solito indenni e il loro tracciato è netto ed energico7. È frequente anche che chi simuli il tremore lo riproduca sia all’inizio che alla fine delle parole, immettendo delle oscillazioni provocate nei modi più diversi. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che, per identificare il tremore falso, lo si debba confrontare con quello autentico, perché quello simulato consente di vedere, attraverso macrofotografie a tre-cinque diametri, disuguaglianze nel suo movimento e differenze sostanziali nei tratti ascendenti rispetto a quelli discendenti.

È qui riportato, a titolo esemplificativo, un testamento giudicato apocrifo.

Il tremore naturale e artificioso

Come suggerisce Vettorazzo8, il primo controllo da effettuare riguarda la naturalezza del ritmo che fornisce credibilità al testo. Sono presenti ripassi, tratti parassita, impastoiamenti, tremore orizzontale, tratti tonici e sciolti9.

Il tremore naturale e artificioso

Se si confronta questo tremore con quello causato da m. di Parkinson, si nota che in esso il tremore è costante e coerente con il ritmo grafico. Inoltre il calibro tende alla micrografia, il tratto è seghettato e uniformemente rallentato.

A seguito dell’esame comparativo tra il suddetto testamento e lo scritto redatto in sede di saggio grafico, è emerso che lo scritto in esame è stato vergato con la mano sinistra.


Bibliografia essenziale
- Bravo A., Argomenti di Grafologia peritale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2001.
- Bravo A., Tarantino V., Il tremore in scrittura, Urbino, Istituto di Grafologia Giudiziaria, 1986.
- Costa A., Caltagirone C., Malattia di Parkinson e parkinsonismi, Milano, Springer, 2009.
- Crépieux Jamin J., Le basi fondamentali della grafologia e della perizia in scrittura, Torino, Bocca, 1929.
- Crotti E., Magni A., Venturini O., La perizia in tribunale. Manuale di consulenza grafotecnica, Milano, Franco Angeli, 2011.
- D’Alessandro M., Tecnica peritale, Urbino, Istituto Grafologico “G. Moretti”, 1980.
- Pirone G., Il falso in scritture, Padova, Cedam, 1996.
- Tarantino V., I tremori in scrittura, in «Grafologia medica», 1-2, 1997, pp. 16-28.
- Vettorazzo B., Grafologia giudiziaria e perizia grafica, Milano, Giuffrè, 2004.
- Vettorazzo B., Metodologia della perizia grafica su base grafologica, Milano, Giuffrè, 1998.


1 - A. Bravo, V. Tarantino, Il tremore in scrittura, Urbino, Istituto di Grafologia Giudiziaria, 1986, pp. 3-5.
2 - V. Tarantino, I tremori in scrittura, in «Grafologia medica», 1-2, 1997, p. 16.
3 - J. Crépieux Jamin, Le basi fondamentali della grafologia e della perizia in scrittura, Torino, Bocca, 1929.
4 - B. Vettorazzo, Grafologia giudiziaria e perizia grafica, Milano, Giuffrè, 2004, pp. 74-77.
5 - M. D’Alessandro, Tecnica peritale, Urbino, Istituto Grafologico “G. Moretti”, 1980.
6 - G. Pirone, Il falso in scritture, Padova, Cedam, 1996, pp. 180-181.
7 - A. Bravo, Argomenti di Grafologia peritale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2001.
8 - B. Vettorazzo, Metodologia della perizia grafica su base grafologica, Milano, Giuffrè, 1998, pp. 222-223.
9 - E. Crotti, A. Magni, O. Venturini, La perizia in tribunale. Manuale di consulenza grafotecnica, Milano, Franco Angeli, 2011.

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